Dal 4 Maggio tutti in bici ….. O no?

Dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, è stato finalmente pubblicato sul sito internet del Governo il testo definitivo del DPCM che entrerà in vigore dal 4 maggio (fai click qui per leggerlo). Come già annunciato dallo stesso premier in conferenza stampa, tutti gli allenamenti che riguardano gli sport individuali potranno ripartire da lunedì prossimo. Tra questi sport, chiaramente, rientra anche il ciclismo, che dovrà essere praticato esclusivamente da soli, a debita distanza dalle altre persone.

CICLOAMATORI IN BICI, SI O NO? – Nel corso delle ultime ore, sui social network, impazza la domanda: “ma un cicloamatore o un cicloturista può uscire in bicicletta?”. La risposta è contenuta nell’articolo 1 del DPCM, alla lettera f: “è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività”.
Il dubbio di molti cicloamatori deriva dal fatto che, subito dopo il comma f, vi è un altro comma nel quale è regolamentata l’attività sportiva degli atleti riconosciuti di interesse dal Coni, quindi i professionisti e tutti coloro che praticano lo sport a livello agonistico. In realtà, per questi atleti è stato inserito un comma a parte proprio perché per loro è necessaria una regola specifica, in quanto esistono altre discipline individuali che si svolgono al chiuso. Non sarà possibile praticare attività nelle palestre o in altri luoghi chiusi, ma non ci sono limitazioni per fare sport all’aria aperta.

COSA CAMBIA PER CHI VA IN BICICLETTA? – Tutti coloro che andranno in bici, comprese le persone che sceglieranno la bicicletta come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro o per qualsiasi altro spostamento ammesso dal decreto, sarà obbligatorio mantenere la distanza interpersonale di almeno due metri. Insomma, sport esclusivamente da soli: niente pedalate in gruppo o con un’altra persona. Bisogna rimanere il più lontani possibile dagli altri quando si pratica una disciplina sportiva.

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NIENTE SPOSTAMENTI TRA REGIONI – Non sarà possibile lasciare la propria regione di appartenenza. Lo sottolineiamo in quanto la bicicletta permette anche di fare degli spostamenti medio-lunghi, ed esistono ciclisti che vivono a metà tra una regione e l’altra, i quali, nei loro giri, potrebbero andare nel territorio confinante. Come riportato nel decreto, gli spostamenti in una regione diversa da quella di appartenenza sono permessi esclusivamente per comprovate necessità lavorative, di salute o di ricongiungimento con i propri familiari, quindi non è previsto l’allenamento. Di conseguenza, è possibile allenarsi solo nella propria regione di appartenenza. Ma dopo tutto questo tempo passato in casa, crediamo davvero che questo non sia un problema.

IN ATTESA DELLE LINEE GUIDA DELLA FCI – Nella mattinata di oggi, il ministro dello sport Vincenzo Spadafora incontrerà il Coni e i rappresentanti delle varie istituzioni al fine di concordare tutte le linee guida sanitarie. Ulteriori aggiornamenti sono quindi attesi nel tardo pomeriggio o in serata, sperando che non ci siano cambiamenti dell’ultima ora, in quanto le decisioni devono sempre essere prese in accordo con il comitato tecnico-scientifico. Senza dubbio ci attendiamo un comunicato stampa della Federazione Ciclistica Italiana, che possa mettere tutto nero su bianco. Non è da escludere che l’incontro possa andare per le lunghe: ad oggi, infatti, dal 4 maggio potranno riprendere solo gli sport individuali. Di conseguenza, il calcio non rientra in questo ambito: i calciatori potranno riprendere i propri allenamenti a livello individuale da lunedì, ma i ritiri delle squadre dovrebbero ripartire solo dal 18 maggio. “Riceviamo pressioni – ha affermato il ministro dello sport – dalla Lega calcio di serie A, ma il fatto che non abbiamo ancora garantito una data per il ritorno del campionato è perché non possiamo ancora stabilirlo con certezza, non perché non siamo in grado di decidere. Ci è stato fornito un protocollo per la ripresa dalla squadre di A, che però i membri del comitato tecnico-scientifico hanno giudicato ancora non sufficiente“. Queste pressioni potrebbero far prolungare di molto i lavori. Anche se il ministro ha voluto specificare: “Lo sport non è solo il calcio”.

Fonte inbici.net.

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